Alberto II di Monaco

Alberto II di Monaco
attuale Duca di Mazzarino

lunedì 30 novembre 2009

Il Mistero Mazzarino a Roma



Presenzierà il conte Federico La Longa Mancini-Mazzarino
"Il mistero di Mazzarino" di Ferreri sarà presentato anche a Roma



di paolo bognanni
Mercoledì 25 Novembre 2009 - 18:28

“Il Mistero di Mazzarino” del prof. Giuseppe Ferreri sarà presentato prossimamente a Roma alla presenza del conte Federico La Longa Mancini-Mazzarino, erede dal famoso cardinale Mazzarino e cugino del Principe Alberto II di Monaco. All’evento parteciperanno pure i rappresentanti delle ambasciate di Francia, Spagna, Gran Bretagna e del principato di Monaco, nonché di rappresentanti del mondo culturale, accademico e rappresentanti della nobiltà romana.
L’autore del libro sabato prossimo sarà a Roma per organizzare il tutto e, quando prima, dare vita allo svolgimento dell’importante evento culturale. L’opera dello scrittore mazzarinese prof. Giuseppe Ferreri: “Il Mistero Mazzarino”, in appena undici mesi dalla data della sua prima presentazione, avvenuta il 5 gennaio di quest’anno, come era prevedibile, ha superato i confini della nostra isola per raggiungere Milano, Pescina (AQ) e Roma. Infatti, dopo una importantissima presentazione, avvenuta il 27 aprile 2009 presso la ”Villa Ghirlanda” di Cinisello Balsamo (MI), alla presenza dell’assessore comunale avv. Lorena Marrone, di origine mazzarinese, insieme a un folto gruppo di emigrati siciliani, provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, il libro è stato presentato a Pescina (AQ), il 14 luglio 2009 all’interno della Casa Museo Mazzarino, alla presenza del sindaco della cittadina abruzzese avv. Maurizio Radichetti, del direttore della Casa Museo prof. Ferdinando Antonangelo, dell’avv. Rosolino Buscemi giornalista di Repubblica, sede di Palermo, del parroco della Chiesa della Madonna delle Grazie di Pescina e di un vasto e attento pubblico, molto interessato alle vicende siciliane degli avi del cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, potente Capo del Governo del regno di Francia nel ‘700.Sabato 14 Novembre, sono arrivati a Mazzarino il dottor Salvatore Mazzarino, specialista endocrinologo-nutrizionista, la sorella Maria Clorinda, prof.ssa all’Università di Catania presso i dipartimenti di medicina, farmacia e scienze biologiche e un’altra sorella Maria, direttore di una banca di Catania. Quest’ultima ha portato e fatto vedere al pubblico lo stemma posto nell’anello d’oro della famiglia Mazzarino. Stemma che corrisponde esattamente a quello che è rappresentato nel gonfalone e nel logo della città di Mazzarino.

mercoledì 11 novembre 2009

Le nozze del conte Federico La Longa Mancini, discendente del Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino

Foto del Matrimonio del conte Federico La Longa Mancini con la nobile siciliana donna Maria Emanuela Amato Scirè dei duchi di Caccamo


La cerimonia è stata celebrata da padre Augusto Matrullo, lo stesso prete è il padre spirituale di alcuni Vip come Renato Zero, Deborah Caprioglio, Gianni Boncompagni. Il Conte è membro dell’Accademia Araldica Nobiliare Italiana, discende da Santa Rita da Cascia e dal potente cardinale Mazzarino ed inoltre è imparentato con il Principe di Monaco Alberto II. Mentre la moglie, Maria Emanuela Amato Scirè dei duchi di Caccamo, è figlia di Salvatore Scirè e della nobile donna Elena Amato. Agli auguri delle persone vicine alla coppia, si aggiungono anche gli auguri di Sua Santità Benedetto XVI e dalle Loro Altezze Reali i Duchi d’Aosta.

lunedì 9 novembre 2009

RAI TRE "MEDITERRANEO", ha mandato in onda un servizio su "Il Mistero Mazzarino"

Sabato 7 Novembre 2009 alle ore 13,20 è andato in onda un servizio su "Il Mistero Mazzarino". lo stesso è andato in replica la sera alle ore 21,00 sulla rete satellitare, in lingua araba, francese, spagnola e inglese.
Il servizio per congegnato ha descritto molte immagini della città di Mazzarino e la relazione che esiste fra questa città e il grande personaggio della storia di Francia; il Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, scoperte dal Prof.Giuseppe Ferreri.

martedì 22 settembre 2009

DA UNO STUDIO DELLA PROF.SSA LOREDANA RIGGI, SCOPERTO UN NUOVO MISTERO LA PRONIPOTE DEL CARDINALE MAZZARINO, DIVENNE REGINA D'INGHILTERRA


APERTA UNA CAUSA DI BEATIFICAZIONE A CARICO DI MARIA BEATRICE D’ESTE REGINA D’INGHILTERRA E NIPOTE DEL CARDINALE MAZZARINO.
UN MOTIVO D’ORGOGLIO PER OGNI ITALIANO E UN ESEMPIO PER TUTTI I CATTOLICI

Il suo ricordo merita di essere richiamato e portato come nobilissimo esempio non tanto per il popolo inglese, ma per tutti i cattolici, quale insigne paladina della Fede Cattolica.
Oggi scarsamente ricordata nella città, che le aveva dato i natali, nel 1658, Maria Beatrice Eleanor Anne Margaret Isabella D’Este, figlia del duca Alfonso IV e di Laura Martinozzi (una delle celebri “mazzarinettes“, le chiacchierate nipoti del cardinale Mazzarino) fu regina d’Inghilterra, assieme al consorte Giacomo II Stuart, proprio in quel periodo storico in cui andava affermandosi il modello dello stato rappresentativo, a scapito della monarchia assoluta di diritto divino.
I documenti consultati dalla Prof. Loredana Riggi (docente di Lingua Inglese presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania) che dopo aver condotto un accurato studio oggi appoggia la causa di beatificazione della sovrana, hanno confermato «che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana », notaio ed intendente di casa Colonna. Filadelfo Mugnos fa derivare lo stipite dei Mazzarino dalla Reale Casa Normanna di Sicilia sempre vissuti col dominio della terra di Mazzarino. La famiglia Mazzarino «ebbe sicura origine negli anni intorno al 1250 nell’omonima città siciliana», con Giovanni Mongialino (1287), eroe del Vespro Siciliano, diretto discendente del conte Enrico di Lombardia, il quale, dopo essere stato espulso da Mazzarino con la sua famiglia, per “grazia” concessa da Maria Santissima del Mazzaro, ritorna in città, si appropria dei propri possedimenti ed adotta il nuovo cognome di “Mazzarino”, divenendo capostipite della famiglia siciliana “dei Mazzarino”, che «circa tra secoli dopo diede i natali al cardinale Giulio Raimondo Mazzarino
Cresciuta ed educata nella piccola ma raffinata corte modenese, Maria Beatrice assimilò l’amore per la cultura di ascendenza umanistica, ma anche il rigorismo cattolico.Poco più che bambina, Maria Beatrice aveva espresso la volontà di seguire la sua sincera vocazione religiosa e di prendere i voti, per potere essere ammessa al Convento della Visitazione, edificato per volontà materna nei giardini del palazzo ducale, quando, appena quattordicenne, venne proiettata nello scenario internazionale, attraverso quel peculiare aspetto della politica seicentesca, rappresentato dalle alleanze matrimoniali, che obbedivano sempre a criteri di opportunità diplomatica, e che sottendevano logiche di prestigio.
Luigi XIV, il “Re Sole“, appoggiato da papa Clemente X che le indirizzò un breve, nel quale la esortava ad accettare la proposta di matrimonio dello Stuart, essendo una coppia di sovrani cattolici, uno strumento ideale per contrastare la religione riformata, all’epoca trionfante in Inghilterra, per ragioni politiche voleva favorire il ritorno del Cattolicesimo in Inghilterra e pensò quindi di ottenere ciò anche facendo sposare al principe di York, Giacomo II Stuart, che era cattolico, una principessa cattolica. All’epoca in Inghilterra regnava Carlo II, ormai vecchio e senza figli, alla cui morte il trono sarebbe dovuto passare al fratello Giacomo II, quarantenne, vedovo e con due figlie femmine.
Luigi XIV voleva una donna di nobile e antico casato, cattolica, devota ed osservante, che risultasse gradita al duca di York e gli assicurasse una numerosa prole ed altrettanto numerosa discendenza. La scelta cadde su Maria Beatrice che, già votata a farsi suora, non ne voleva però sapere. La madre inizialmente l’appoggiò, ma ormai tutto era deciso e a risolvere la questione fu l’intervento del papa, che fece sapere a Maria Beatrice che sarebbe stato più meritorio e utile per la Chiesa cattolica sposare il futuro re d’Inghilterra piuttosto che entrare in convento. Maria Beatrice acconsentì al volere del papa.
Il 30 settembre 1673, a Modena, il quarantenne Giacomo II sposò per procura la quindicenne principessa d’Este, senza sfarzo e festeggiamenti, quasi in segreto. Qualche giorno dopo la madre, che era reggente del ducato per il figlio tredicenne, Francesco II, partì con la sorella per Londra, accompagnata dallo zio, il cardinale Rinaldo, e dagli ambasciatori, facendo tappa a Parigi dove fu ospite alla corte del Re Sole. La sosta a Parigi doveva essere breve ma si prolungò per diverso tempo poiché il parlamento inglese temendo il pericolo di un ritorno al cattolicesimo favorito da quel matrimonio stentava a concederle il permesso d’entrata, in ragione del suo essere cattolica, circostanza che la rendeva poco gradita, se non addirittura invisa. Dopo estenuanti e accesi dibattiti, infine, la riserva venne sciolta e la duchessa di York poté approdare a Dover nel Dicembre di quel medesimo anno, per conoscere il marito. Il primo incontro tra i due coniugi non avvenne sotto i migliori auspici e parve confermare coloro che avevano espresso dubbi circa l’opportunità dell’unione: se Giacomo rimase colpito dalla grazia adolescenziale e dall’eleganza innata di Maria Beatrice, l’impressione positiva non poté dirsi reciproca, per lei che, giovanissima si ritrovò sposata ad un uomo assai poco avvenente e per nulla brillante, oltre che di ben venticinque anni più vecchio. Dopo essere stati ammessi e presentati a corte, dove un banchetto venne offerto in loro onore, i duchi di York presero alloggio nel palazzo di St. James, che, edificato per volere di Enrico VIII, all’interno del parco omonimo, era già stato residenza di reali, ma che rispetto al livello qualitativo consueto nell’architettura italiana della seconda metà del Seicento risultava austero e spoglio.
Pertanto, la duchessa si circondò di pittori, scultori e arredatori allo scopo ingentilire la nuova dimora, operazione nella quale dimostrava di possedere un’attenzione per l’estetica, tutta italiana, che la qualificava quale degna discendente della casa d’Este, che aveva dato i natali a molti e celebrati mecenati e cultori delle arti. Seguendo la consuetudine dell’epoca per quanto concerneva i dibattiti intellettuali, Maria Beatrice a palazzo St. James animò un salotto letterario, in cui persone legate da affinità sociali e culturali si incontravano sistematicamente per discutere di poesia, filosofia ed arte, finendo per dar vita ad una sorta di circolo informale, che favoriva le circolazione delle idee e degli orientamenti più innovativi del pensiero. Intelligente e colta, dolce e al contempo volitiva, la duchessa di York si adoperò in ogni modo per guadagnarsi la benevolenza della nuova famiglia, facendo ricorso alle proprie capacità di ambientazione: si adattò rapidamente alle abitudini di palazzo, imparò un inglese impeccabile, si mostrò sempre allegra e compiacente, discreta ed affettuosa anche con coloro che erano prevenuti nei suoi confronti.
Riuscì a stabilire un’ottima intesa col sovrano Carlo II e tentò con minore successo di entrare nelle grazie di sua moglie Caterina di Braganza e delle figlie di primo letto di Giacomo, Maria e Anna, per le quali ebbe sempre la tenerezza e le attenzioni di una madre. Anche il rapporto con il marito andava migliorando, l’affetto che questi le dimostrava l’avevano col tempo aiutata a superare la repulsione iniziale ed in lui aveva scoperto ed imparato ad apprezzare qualità quali la tenacia, il coraggio e l’abnegazione assoluta nel perseguire la realizzazione dei propri ideali.
Nel Gennaio 1675 nacque la prima figlia dei duchi di York, Caterina Laura, battezzata secondo il rito cattolico e il giorno seguente secondo quello anglicano, purtroppo solo dieci mesi più tardi la piccola moriva, assalita da improvvise e violente convulsioni.Fino alla morte di Carlo II nel 1685 la vita a corte per Maria Beatrice fu durissima per il disprezzo dei cortigiani che la chiamavano “la figlia del papa” o “la papista“, (alcuni rumors diffusero la voce che fosse un’agente del papa Clemente X) e le calunniarono anche, le infedeltà del marito che continuò la sua vita libertina, e la morte di quattro dei sei figli avuti dal matrimonio (un settimo si aggiungerà più tardi).
Alla morte di Carlo II e all’ascesa al trono di Giacomo II, il comportamento del marito cambiò e fra i due si stabilì un rapporto più affettuoso, grazie soprattutto al carattere mite della nuova regina. Non cambiò invece il rapporto coi protestanti che non potevano accettare un re e una regina cattolici.
Di fronte al pericolo insito nel perpetuarsi di una dinastia cattolica e assolutistica, le divergenze tra le fazioni parlamentari si appianarono, ed anche coloro che erano contrari, in linea di principio, a turbare l’ordine tradizionale della successione, con un intervento lesivo delle prerogative regie, mutarono la loro posizione e rivolsero un appello a Guglielmo d’Orange, poiché si recasse in Inghilterra. L’invito non giungeva inatteso: Stadthouder d’Olanda e marito di Maria Stuart, figlia maggiore di Giacomo, Guglielmo, che in precedenza era ricorso ad ogni mezzo per accreditarsi quale campione del protestantesimo, aveva già apprestato una flotta di 15.000 uomini, coi quali si accingeva a sbarcare sulle coste inglesi.
Nel febbraio del 1689 Guglielmo e Maria furono proclamati sovrani d’Inghilterra, ma prima di poter essere incoronati ufficialmente si impegnarono con una promessa solenne ad osservare la Dichiarazione dei diritti, un corpus di leggi che condannavano i tentativi di Giacomo II di sovvertire e distruggere la religione protestante, fornivano un fondamento giuridico ai poteri del parlamento e riaffermavano le tradizionali libertà del paese. Col loro giuramento, Guglielmo e Maria posero termine alla storia degli Stuart
Ne scaturì la gloriosa rivoluzione, la cacciata degli Stuart Maria Beatrice e Giacomo II furono costretti all’esilio e si stabilirono a St. Germain en Laye, presso Parigi. Maria Beatrice anche nell’esilio tenne un comportamento regale e nelle lettere ai parenti e governanti si firmò sempre secondo l’uso, ancora oggi praticato dalla regina Elisabetta di far seguire al nome la R maiuscola iniziale del termine latino regina.
Incoraggiò e appoggiò il proposito del marito di ritornare sul trono, instaurare il cattolicesimo e stabilire l’assolutismo monarchico. Alla morte di Giacomo II nel 1701 assunse la reggenza per il figlio Giacomo Francesco Edoardo cui il Re Sole riconobbe il titolo di “Giacomo III“: Maria Beatrice difese strenuamente i diritti del figlio e lo spronò a continuare l’azione, ormai anacronistica, del padre volta a riportare uno Stuart sul trono d’Inghilterra, convinta di essere portatrice di una missione divina.
A Giacomo III fu offerto il trono a condizione che, anche solo formalmente, si convertisse al protestantesimo, ma egli rifiutò con sdegno la proposta.
Maria Beatrice, ultima regina cattolica d’Inghilterra, ricordata dagli inglesi come “Mary of Modena“, morì il 7 maggio 1718 e fu sepolta accanto al marito.
Nel 1793, durante la rivoluzione francese, alcuni fanatici violarono le tombe dei due sovrani e dispersero i resti di entrambi.
Recentemente (2007) si è costituito a Modena un comitato (http://www.beatificazionemariabeatrice.it/) per ottenere dall’autorità ecclesiastica l’introduzione della causa di canonizzazione della regina Maria Beatrice, ravvisando nella vita della regina “tutti gli elementi che contraddistinguono la santità“, cioè una condotta di vita moralmente irreprensibile e inattaccabile e la virtù della rinuncia: “Maria Beatrice è stata capace di rinunciare a un trono in nome della propria Fede, seguendo il motto: “non si può barattare il Regno dei Cieli con un regno terreno, per quanto grande esso sia”. In un mondo dove il motto dominante è “fai ciò che vuoi” e dove ogni più piccola rinuncia a beni materiali sembra insopportabile, Maria Beatrice costituisce un esempio di vita, un vero e proprio faro“.
Maria Beatrice è poco conosciuta in Italia e nella sua stessa Modena. A parere del Comitato Maria Beatrice merita, per quello che è stato il suo ruolo e soprattutto per l’impeccabile stile di vita, di essere ricollocata nella sua giusta dimensione nella memoria dei modenesi e degli italiani.
I contemporanei dicono di lei che fu di bell’aspetto, gentile e regale nel portamento, affabile, sempre di buon umore e religiosissima per cui anche sotto gli abiti eleganti indossati portava un cilicio e prima di coricarsi pregava lungamente e devotamente in ginocchio sul pavimento freddo. Come tutti gli Estensi era colta e amante delle arti e della letteratura per cui si circondò di artisti e letterati.

Cattolica, in un paese protestante, perse la corona a causa della sua fede, conobbe la miseria e l’umiliazione ma, quando i suoi fedeli la supplicavano di convertirsi, anche solo formalmente, per risalire al trono e porre fine a tutte le avversità, caparbiamente rispondeva che assai sciocco sarebbe stato chi avesse accettato di barattare il Paradiso per una corona, l’eterna felicità per una gloria terrena, l’infinito con il finito…Assai lontana dai giorni nostri è la concezione di una fede talmente forte da far dimenticare ogni bene e ogni dolore terreno, di un amore talmente puro da dare tanto e non chiedere nulla, di una forza così eroica da sopportare i più tremendi dolori senza mai vacillare. E la persona che incarna in sé tutto ciò non può che apparirci come una irraggiungibile Santa, oppure come un esempio che a distanza di secoli, a noi che abbiamo perso ormai ogni contatto con il trascendente, che viviamo in una dimensione troppo materiale, ricca di benessere ma anche di inutili ansie ed effimere frustrazioni, può ancora insegnare moltissimo… Loredana Riggi

lunedì 21 settembre 2009

Il Dott. Salvatore Mazzarino presente ai festeggiamenti della Patrona della città: Maria SS: del Mazzaro

DOMENICA 20 SETTEMBRE 2009
LA SICILIA
A Mazzarino oggi il pontificale on-line del vescovo Pennisi

MAZZARINO. La celebrazione del solenne pontificale oggi alle 11,
presieduto da Mons. Michele Pennisi, andrà in diretta on line sul
sito della Madonna del Mazzaro.
Oltre alle autorità civili e religiose parteciperà alla santa messa
una discendenza del casato dei "Mazzarino", (da cui traeva origine
il Cardinale primo ministro francese Giulio Raimondo Mazzarino).
Il dott. Salvatore Mazzarino (che opera come specialista nutrizionista
a Catania e Roma) insieme ai suoi familiari e amici sarà anche ricevuto
dal sindaco Vincenzo D’Asaro. La visita della famiglia Mazzarino è
stata organizzata dal prof. Giuseppe Ferreri, autore del libro
il "Mistero Mazzarino", che collega le origini della dinastia del
Ministro francese alla nostra città e dove ci informa che il
Cardinal ha origini normanno - sveve, e che discende dal
casato dei Mazzarino, il cui capostipite il Conte Giovanni
Mazzarino visse e operò proprio a Mazzarino
nel periodo del XIII sec.
"Il dott. Mazzarino - spiega Ferreri - ha letto il mio libro
che una nostra paesana le ha regalato qualche mese fa,
incuriosito del contenuto ha voluto incontrarmi e adesso è
curioso di scoprire tutto ciò che è legato alle sue origini.
Inoltre durante il nostro incontro mi ha raccontato che è
consuetudine dei maschi della famiglia regalare un anello
con lo stemma dei "Mazzarino" alle proprie mogli nel giorno
del matrimonio, un’usanza che si ripete anche ai giorni nostri.
Inoltre - conclude Ferreri - lo stemma dei Mazzarino è
riconducibile a quello della nostra città dove è riportato
il fascio del littorio simbolo di laicità, la banda azzurra con 3
stelle simbolo della religiosità e devozione alla Madonna e
la corona ducale".
"La mia visita a Mazzarino - afferma il dott. Mazzarino
raggiunto telefonicamente - proprio per il giorno della
festa della Madonna conferma anche la fortissima
devozione e consacrazione che tutti i personaggi del
casato Mazzarino, come si racconta nel libro del
Ferreri, hanno sempre avuto verso Maria SS. del
Mazzaro. La discendenza della mia famiglia è stata
studiata dallo storico scrittore Santo Mazzarino che
aveva ricostruito i legami fino al Cardinale, nonostante
fossi a conoscenza delle origini molto più antiche risalibili
al 1200 circa, solo adesso grazie all’opera di Ferreri ho
conferma della discendenza fino al Conte Giovanni Mazzarino.
Da un po’ di tempo - conclude il dott. - nel mondo si è creato
un movimento che si chiama "Mazzarino in the world" dove
tutti quelli che portano questo cognome si incontrano, e
questo movimento ci riconduce necessariamente
alla città di Mazzarino".
La processione della Madonna andrà in diretta a
partire dalle 18 di oggi su Video
Mediterraneo e Video Mediterraneo sat.
CONCETTA SANTAGATI

sabato 12 settembre 2009

Recensione il Mistero Mazzarino di Dott.ssa Ettorina Nigrelli

Giuseppe Ferreri
Il Mistero Mazzarino
Edizioni Novagraf 2008
Euro 25,00

Di Ettorina Nigrelli



Il libro consta di 366 pagine ed 11 capitoli; nelle prime 100 pagine l’autore ripercorre le linee storiografiche della zona centro meridionale della Sicilia,dal X al VI sec a.C con riferimenti alla presenza di popolazioni antiche quali i Siculi, i Sicani,i Fenici, delineando i caratteri di mitezza dei mazzarinesi, durante le varie colonizzazioni dai greci ai romani , dai bizantini agli arabi, ai normanni, soffermandosi sui siti archelogici di Mazzarino e paesi limitrofi.
L’escursus storico evidenzia il coinvolgimento della popolazione autoctona alle influenze del cristianesimo da San Pancrazio vescovo di Taormina all’edificazione di numerose chiese e monasteri nei quali si iniziavano i primi albori della vita monastica, che troverà nei secoli avvenire, soprattutto dal medioevo in poi, una più ampia diffusione.
A Mazzarino contro le scorrerie musulmane, si narra che intorno al 1125 d.C in C.da Mazzaro si verificò un evento miracoloso: fu ritrovato un trittico di fattura bizantina raffigurante S. Maria delle Grazie con in braccio il bambino e ai lati S. Agata e Santa Lucia; la Madonna delle Grazie fu proclamata, con le autorità normanne , patrona della città e denominata familiarmente Madonna del Mazzaro.
La presenza dei Saraceni in Sicilia fu un arricchimento attraverso una commistione culturale orientale ed occidentale anche attraverso le comunità monastiche fiorenti. Ci sono citazioni di termini siciliani la cui radice è araba, per es. la “quas ‘at” fu tradotto in siciliano in “cassata” dolce raffinato di origine araba adottato in maniera capillare dalle popolazioni siciliane cristiane, e pare anche che la “gesia” cioè la tangente del 10% per svolgere il proprio lavoro senza subire vessazioni, sia di derivazione araba. Pertanto contro le angherie arabe ben furono ammessi i normanni guerrieri scelti da Dio che aveva affidato loro il compito di affidare alla cristianità i territori nei quali regnavano i musulmani.; si distinguevano i due fratelli d’Altavilla, con costruzioni di chiese in cui l’elemento artistico latino predominava su quello bizantino i quali espandevano il patrimonio feudale. La incursione dei Normanni a Mazzaranu e a Butera riportando la vittoria a Cerami viene evocata nella città di Piazza Armerina in occasione del Palio dei Normanni per la festa patronale di SS Maria delle Vittorie icona che il papa Alesando II fece recapitare a Ruggero il normanno per la vittoria riportata sui musulmani.
Il capitolo IV è una dettagliata storia di cosiddetti signori di Mazzarino intorno alla dinastia di Costanza d’ Altavilla , madre di Federico II che ella lasciò sotto la tutela del papa, Innocenzo III, che ne fece un re illuminato, colto , ricco di umanità, legislatore riformista, e filosofo che imprimeva agli edifici da lui voluti, figure geometriche con particolari significati cosmici e cristocentrici, prediligendo la forma ottagonale.
Durante la dinastia degli angioini, pare vi sia un declino nella gestione del potere con una profonda sfiducia nelle istituzioni da parte dei siciliani, che sfociarono nei vespri siciliani per la rivendicazione del diritto e dell’ onore.
Particolare attenzione pone l’autore alla storia dello stemma araldico di Mazzarino nel suo significato emblematico mutuato dall’ordine carmelitano con la devozione alla Madonna, nel suo significato esclusivo adottato dalla famiglia Mazzarino del cardinale Giulio Mazzarino ( le cui origini risalirebbero per parte paterna ai casati di Ruggero II, Federico II di Svevia, e per ramo materno alla nobile famiglia dei
Lentini) , che lo modificava per celebrare i suoi gloriosi fasti con la barra blu ( il manto della madonna) e le tre stelle ( fede, speranza, carità) da trasversale in orizzontale per rappresentare la religiosità dei Mazzarino, la sua consacrazione, la devozione a SS.Maria del Mazzaro, la scure del fascio littorio spostata verso l’alto per sottolineare l’antica dignità della famiglia legata alla potenza imperiale dell’antica Roma.

Dott.ssa Ettorina NIGRELLI

giovedì 20 agosto 2009

giovedì 30 luglio 2009

Il Mistero Mazzarino presentato a Pescina (AQ)

Il mistero Mazzarino
Scritto da Publipoint
In occasione dell’anniversario della nascita del Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino avvenuta il 14 Luglio 1602, a Pescina in provincia di L'Aquila, in Abruzzo, è in programma la presentazione del libro di Giuseppe Ferreri, “Il mistero Mazzarino”. La kermesse si tiene nell’ambito delle manifestazioni programmate dal Direttivo della Casa Museo e dall’Amministrazione Comunale, in occasione dell’anniversario della nascita del Cardinale 14 Luglio 1602 – 14 Luglio 2009. Per l’importante evento interverranno il soprano Letitia Vitelaru e il baritono Daniele Antonangeli accompagnati al pianoforte dal Maestro Alesssandro Fortuna. La presentazione sarà moderata da Lino Buscemi, uno degli autori di Utility Magazine.
Giuseppe Ferreri a seguito della lettura di un libro scritto da Mazarine Pingeot Mitterand, è stato spinto ad effettuare approfondite ricerche, sulla singolarità del fatto che, il nome di questa autrice francese, corrisponde a quello della città siciliana, sita nella provincia di Caltanissetta. Dopo anni di riflessioni e studi, ha raccolto e prodotto in questo volume alcuni rari documentati che attestano l’origine siciliana degli avi del Cardinale Mazzarino e testimoniano le vicissitudini storiche dell’antichissima città di Mazzarino.
Il libro e la ricerca di Ferreri svelano i tanti misteri legati alla figura del Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, discendente dalla famiglia del conte Giovanni Mazzarino. Diversi sono gli intrecci svelati dall'autore come la relazione che lega la figura del cardinale Mazzarino con l’ex presidente francese Mitterand e la presunta figlia naturale Mazarine Pingeot. Senza dimenticare la scoperta delle origini dello stemma nobiliare della famiglia e della città di Mazzarino e i suoi legami con la religione. Affascinante anche la spiegazione del nesso tra Mazzarino e il principe Alberto II di Monaco, reputato duca di Mazzarino.
PER SAPERNE DI PIÙ: Consulta il blog dell'autore del libro Giuseppe Ferreri
QUANDO: Martedì 14 Luglio 2009 alle ore 16.30, presso La Sala Conferenze della Casa Museo “G.R. Mazzarino” a Pescina.
PROGRAMMA: Momento musicale lirico da parte del soprano Letitia Vitelaru e del baritono Daniele Antonangeli, accompagnati al pianoforte dal M° Alessandro Fortuna. Saluti del Sindaco Maurizio Radichetti e del Presidente Ferdinando Antonangelo.Presentazione del libro “Il mistero Mazzarino” del Giuseppe Ferreri.I nterverranno: . Lino Buscemi, giornalista. L’Onorevole Salvatore Placenti già Vicepresidente della Regione Sicilia. Conclusione musicale da parte del soprano Letizia Vitelaru, del baritono Daniele Antonangeli e del Maestro Alessandro Fortuna; Inaugurazione della mostra fotografica “Pescina ieri e oggi”.

venerdì 24 luglio 2009

domenica 12 luglio 2009

"Il Mistero Mazzarino" verrà presentato a Pescina (AQ) il 14 luglio 2009 presso la Casa - Museo Mazzarino alle ore 16,00

“Il mistero Mazzarino” di Giuseppe Ferreri
Dom, 12/07/2009 - 08:56

Pescina. Martedì 14 Luglio c.m. alle ore 16.30, presso La Sala Conferenze della Casa Museo “G.R. Mazzarino”, nell’ambito delle manifestazioni programmate dal Direttivo della Casa Museo e dall’Amministrazione Comunale, in occasione dell’anniversario della nascita del Cardinale 14 Luglio 1602 – 14 Luglio 2009 si terrà la presentazione del libro “Il mistero Mazzarino” del Prof. Giuseppe Ferreri e l’inaugurazione della mostra fotografica permanente “Pescina ieri e oggi”.Per l’importante evento interverranno il soprano Letitia Vitelaru e il baritono Daniele Antonangeli accompagnati al pianoforte dal M° Alessandro Fortuna.
Programma:
Momento musicale lirico da parte del soprano Letitia Vitelaru e del baritono Daniele Antonangeli, accompagnati al pianoforte dal M° Alessandro Fortuna.Saluti del Sindaco Avv. Maurizio Radichetti e del Presidente Prof. Ferdinando Antonangelo.Presentazione del libro “Il mistero Mazzarino” del Prof. Giuseppe Ferreri.Interverranno: . L’Avvocato Lino Buscemi, giornalista. . L’On.Prof. Salvatore Placenti già Vicepresidente della Regione Sicilia.Conclusione musicale da parte del soprano Letizia Vitelaru, del baritono Daniele Antonangeli e del M° Alessandro Fortuna;Inaugurazione della mostra fotografica “Pescina ieri e oggi”.

giovedì 2 luglio 2009

giovedì 18 giugno 2009

Il Mistero Mazzarino articolo di Sonia LI VELI

Il Mistero Mazzarino

Mazzarino - In un’epoca in cui tutto sembra “conquistato” dall’uomo, le “terre inesplorate” delle nostre origini ci attraggono: è stato questo l’obiettivo di Giuseppe Ferreri, autore de “Il mistero Mazzarino”. Il libro delinea intrecci anticipati durante la presentazione del gennaio scorso; per esempio il legame con il Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, discendente dalla famiglia del conte Giovanni Mazzarino; e che cosa mette in relazione la figura del cardinale Mazzarino con l’ex presidente francese Mitterand e la presunta figlia naturale Mazarine Pingeot? Interessante è anche la scoperta delle origini dello stemma nobiliare della famiglia e della città di Mazzarino e i suoi legami con la religione (le illustrazioni del ritratto del conte Mazzarino e dello stemma sono della mazzarinese Silvia Li Veli). E ancora più intrigante è il nesso tra Mazzarino e il principe Alberto II di Monaco, reputato duca di Mazzarino. Quanto ancora possono celare la storia, la cultura, l’arte e il folklore della nostra Sicilia?
Sonia Li Veli

venerdì 29 maggio 2009

CENTRO STUDI ARALDICI





Le origini siciliane della grande nobiltà europea
In un volume di Ferreri inaspettate rivelazioni e tesi storiche
“Il mistero Mazzarino” è il nuovo volume curato da Giuseppe Ferreri, in cui si propone un’inedita ricostruzione storica per molti personaggi illustri e per alcune case regnanti europee, che avrebbero la loro origine in Sicilia, a Mazzarino appunto. http://ilmisteromazzarino.blogspot.com/
Creato il 07-03-2009

sabato 23 maggio 2009

Un corposo libro di Giuseppe Ferreri ricostruisce
le origini della famiglia del potente cardinale che
da reggente accompagnò l’erede al trono fino alla
maggiore età. Era figlio di Pietro, nobile palermitano
<< UN SICILIANO A PARIGI
SUL TRONO DI RE SOLE>>

IL MISTERO MAZZARINO


Lino Buscemi
“La Repubblica” del 10 Maggio 2009


La politica come diceva il cancelliere Ottone di Bismarck, non è certo una faccenda per educande. Anche perché, quasi sempre, essa si caratterizza per i suoi intrighi e i suoi misteri. Nessun paese del mondo ne è rimasto incontaminato. Figurarsi l’Italia o la Francia che hanno dato i natali rispettivamente, tanto per fare dei nomi, a Machiavelli e a Richelieu.
Un mistero, nel passato mai del tutto chiarito, riguarda proprio un personaggio politico di rilievo e, manco a dirlo, successore
di Richelieu, che governò i francesi nel XVII secolo, da italiano purosangue qual era. Stiamo parlando del cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, primo ministro di Luigi XIII e poi, a causa della minore età di colui che passerà alla storia come il Re Sole (Luigi XIV), reggente del Regno di Francia assieme alla regina madre Anna d’Austria.
Qual è il mistero? Le vere origini di Mazzarino. Era siciliano o no? Il suo stemma cardinalizio è identico a quello che c’è nel gonfalone del comune di Mazzarino?
E’ vero o no che l’attuale Principe Alberto II di Monaco è “Duca di Mazzarino”? A queste domande, sono state date documentate risposte attraverso il corposo libro di Giuseppe Ferreri, dal titolo Il Mistero Mazzarino (edizioni NovaGraph, 360 pagine, 25 euso), frutto di una lunga ed approfondita ricerca storica.
Per la verità una prima volta tentò di farla, molto segreta-
mente, lo stesso cardinale, più per sterilizzare le critiche che gli piovevano addosso (per la presunta bassa estrazione i nemici
arrivarono a definire il suo genitore Pietro “faquin de Sicile”) che per soddisfare una sua personale curiosità genealogica.
Ordinò una ricerca affidata ad esperti, che non approdò a nulla a causa della sua morte.
Sulla figura, il ruolo e la politica di Mazzarino rimandiamo ai testi di storia. Tutti i documenti consultati da Ferreri, hanno «confermato che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana». Andando a ritroso è stato possibile sviscerare l’origine degli avi del prelato e come questi fossero indissolubilmente collegate all’esistenza in Sicilia della città di Mazzarino. Come è noto Giulio Mazzarino nacque nel 1602, nell’italianissima e abruzzese Pescina, da Pietro (nobile palermitano) e da Ortensia Bufalini (nobildonna romana). Visse e studiò a Roma e si laureò nel 1628 a “La Sapienza”. Per il suo ruolo diplomatico svolto per la stipula del trattato di Cherasco,


Il doppio principe
della Chiesa
e della politica
non ha però mai messo
piede nella terra dei suoi genitori



Le attuali conoscenze scientifiche hanno permesso agli studiosi di formulare un’ipotesi, secondo la quale l’area terrestre, situata al
centro del mare Mediterraneo, nella notte dei tempi fu sconvolta da uno spaventoso movimento tellurico, originato dal ciclopico
scontro fra la zolla afro-asiatica e quella del continente europeo.
A seguito del terrificante cataclisma, dai profondi abissi marini emerse una fertile terra, che fu individuata come la più grande
isola del Mediterraneo. In essa la natura si è evoluta con quel rigoglioso dinamismo che ancor oggi si esprime nella stupenda varietà
dei paesaggi, nella ricchezza del sottosuolo, nella frequente attività dei vulcani e, soprattutto, nel carattere sanguigno ed esplosivo degli abitanti. L’attivismo vulcanico etneo, accompagnato da quello più marginale dell’arcipelago eoliano, rappresenta oggi la singolare testimonianza di una terra geologicamente giovane, caratterizzata da quelle titaniche forze della natura che hanno, da sempre, determinato e condizionato lo sviluppo della vita nel territorio. La diffusa e massiccia presenza di giacimenti di sale minerale nelle viscere del sistema montuoso siciliano, coltivato nelle miniere di Realmonte, Petralia e Pasquasia, e i giacimenti di zolfo delle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento offrono la conferma alle ipotesi formulate dalla comunità scientifica, tendenti a dimostrare che l’isola, nei tempi riferibili alle ere geologiche, fu una terra completamente sommersa dalle acque del bacino del mare Mediterraneo.

Proposta di gemellaggio in nome del Signor Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, fra i Comuni di PESCINA (AQ) e MAZZARINO (CL).

Mazzarino avvia il gemellaggio
con il Comune di Pescina

MAZZARINO. E’ in corso la corrispondenza per il gemellaggio tra il comune di Pescina (L’Aquila) ed il comune di Mazzarino, entrambi legati alla storia del cardinale Giulio Raimondo Mazzarino. Il sindaco Virnuccio, infatti, ha risposto all’invito del sindaco di Pescina specificando che «a seguito delle scoperte fatte dal concittadino Giuseppe Ferreri, pubblicate nel libro "Il Mistero Mazzarino", con la presente ho il piacere di confermarle che l’amministrazione comunale di Mazzarino è fortemente interessata a realizzare un gemellaggio in nome dell’importante personaggio della storia europea del seicento, cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, che nella mia città come a Pescina, rimangono le tracce e i monumenti del suo glorioso passato che bisogna custodire, proteggere e far conoscere al grande pubblico».
Virnuccio aggiunge che «questa iniziativa potrà ulteriormente essere sviluppata ed allargata ai comuni di Piazza Armerina, Aidone, Palermo, Roma e Genova, anche alla comunità del principato di Monaco e a quelle della Repubblica francese con ricaduta di sicuro interesse economico anche per le nostre popolazioni».
Giuseppe Ferreri ricorda che "Il Mistero Mazzarino" nasce da un articolo pubblicato dal nostro giornale e che attraverso la ricerca e la consultazione di diversi documenti ha fatto "piena luce" sulle antiche radici storiche e culturali della città di Mazzarino e della dinastia dei Mazzarino. Per Ferreri intorno al 1250 un certo Giovanni Mongialino, eroe del Vespro Siciliano, diretto discendente del conte Enrico di Lombardia, con la famiglia fu espulso da Mazzarino, dove, per "grazia" ricevuta da Maria Santissima del Mazzaro, ritorna in città, si appropria dei propri possedimenti ed adotta il nuovo nome di "Mazzarino", dalla cui famiglia, circa tre secoli dopo, nasce a Pescina il Cardinale Giulo Raimondo Mazzarino e giungere al principe Alberto di Monaco, attuale detentore del titolo nobiliare di "duca di Mazzarino".
ANGELO Stuppia

giovedì 14 maggio 2009




Il mistero di Mazzarino svelato alla San Biagio


Presentato presso la chiesetta San Biagio il libro di Giuseppe Ferreri “Il mistero di Mazzarino”. Hanno partecipato all’incontro Salvo Andò, Emanuele Bruno, Lino Buscemi, Salvatore Placenti e Ida Rampolla del Tindaro. L’iniziativa è stata salutata positivamente dal folto pubblico che gremiva la sala. I relatori hanno manifestato parole di grande stima per Ferreri il quale si è dedicato con cocciutaggine ad un lavoro di ricerca minuzioso e scientifico per arrivare ad affermare che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana. Durante questo studio, ha individuate e raccolte le prove utili a dimostrare che la famiglia Mazzarino ebbe sicura origine, negli anni intorno al 1250, nell’omonima città siciliana. “Per presentare minuziosamente i risultati della ricerca – ha dichiarato l’autore – si è dovuto ripercorrere l’excursus historicus, che ha determinato la nascita dell’antichissima città di Mazzarino, soffermarsi sulle vicissitudini politiche, vissute da alcuni personaggi della storia della Sicilia e inquadrare le loro personalità nelle giuste coordinate del tempo e dello spazio; soprattutto è stata evidenziata l’eclettica personalità del personaggio chiave della città, l’illustre capostipite di una nobile discendenza siculo-normanna, il Conte Giovanni Mazzarino. Questi fu un uomo straordinario, una fulgida figura di combattente per la libertà, un eroe del Vespro Siciliano, rimasto, fino ad oggi, sconosciuto e che con questo lavoro viene scoperto, rivalutato e fatto emergere dalle onde marine trapanesi, che lo hanno ricoperto e sepolto

da almeno 720 anni”. E tutto è partito da un altro illustre personaggio, il già presidente francese François Mitterand che, per avere chiamato la propria figlia Mazarine, un motivo ce lo doveva avere: e Ferreri lo avrebbe individuato. “A seguito di diversi confronti, contributi e riflessioni – afferma infatti Ferreri – scaturisce la constatazione che François Mitterand fu, probabilmente, un acuto studioso, un attento imitatore e un moderno interprete del pensiero e della politica del potente cardinale Mazzarino, l’illustre italiano che governò la nazione francese dal 1640 al 9 marzo del 1661. La lungimiranza strategica delle azioni politiche e il culto della grandeur voluta, patrocinata e attuata da Mitterand, probabilmente hanno avuto origine dal suo attento studio degli insegnamenti politici, lasciati dal Mazzarino alle classi dirigenti e ai governanti della moderna Europa”. Tutti i documenti consultati hanno confermato che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana. La ricerca si caratterizza per aver inquadrato i personaggi e gli avvenimenti individuati nella realtà mazzarinese, nella cornice della grande storia siciliana e di quella europea. Essa è dedicata ai milioni di siciliani emigrati, che hanno lasciato l’isola per ricercare altrove un posto di lavoro, utile a soddisfare i bisogni elementari di vita e per riscattare la loro dignità di uomini onesti, che non si sono piegati alla terribile logica feudale della prepotenza, praticata diffusamente dalle classi dirigenti succedutesi al governo dell’isola e dello Stato. Il libro si conclude con un auspicio, e cioè che la scoperta che le vere origini nobiliari della famiglia dei Mazzarino si trovano in questa piccola cittadina siciliana, possa dischiudere «un avvenire nuovo, culturale e turistico ai giovani e a tutti coloro che sono nati e vivono in questo luogo, perché potranno affermare di essere i depositari di una tradizione storica che ha espresso personalità di così alto carisma e prestigio politico-culturale». Autore : Nello Lombardo

sabato 25 aprile 2009

PRESENTAZIONE A GELA del "Mistero Mazzarino di Ferreri"

LA REPUBBLICA

"Il Mistero Mazzarino", oggi 24.04.2009 viene presentato alle 18 a Gela nella chiesa di San Biagio, in corso Salvatore Aldisio. Partecipano Salvo Andò, Emanuele Bruno, Lino Buscemi, Salvatore Placenti e Ida Rampolla del Tindaro.

sabato 18 aprile 2009

promozione del Mistero Mazzarino

Mercoledì, 15 Aprile 2009

PABO INFORMA

di: PaoloBognanni
Si comunica che domenica 19 aprile 2009, dalle ore 15,30 nel corso della trasmissione “La Domenica nel pallone” condotta dalla giornalista televisiva Carmen Attardi lo scrittore mazzarinese prof. Giuseppe Ferreri presenterà il libro:”Il Mistero di Mazzarino”.
Per ricevere il programma i telespettatori possono sintonizzarsi sulle reti:Video Uno, Video Mediterraneo e sulla rete satellitare.
Il 24 aprile lo scrittore sarà ospite dai Lions Club nella chiesetta san Biagio di Gela. Ancora il 2 maggio a Cinisello Balsamo, Piossasco e Pallanza. Mentre fine mese è prevista la presentazione del libro nel Principato di Monaco.

mercoledì 18 marzo 2009

Le origini siciliane della grande nobiltà europea

Tratto dal sito Centro Studi Araldici del 07/03/2009

“Il mistero Mazzarino” è il nuovo volume edito da Nova-Graf e curato da Giuseppe Ferreri, in cui si propone un’inedita ricostruzione storica per molti personaggi illustri e per alcune case regnanti europee, che avrebbero la loro origine in Sicilia, a Mazzarino appunto.

Clicca QUI per leggere l'articolo

martedì 3 marzo 2009

Libri, le radici dei nobili d'Europa? A Mazzarino (CL)

D'all'Agenzia stampa "Il Velino" Roma.
Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite.

CLT - Libri, le radici dei nobili d’Europa? A Caltanissetta


Roma, 27 feb (Velino) - Il primo ministro successore di Richelieu allacorte di Luigi XIV e Filippo di Spagna principe dell’Asturie, laprincipessa Isabella d'Orléans-Braganza e perfino Alberto II diMonaco. Tutti lontanamente imparentati fra loro e legati da un comune filo rosso: quello di affondare le loro radici nel cuore dellaSicilia, in provincia di Caltanissetta. A Mazzarino, per laprecisione, centro abitato di dodicimila anime a metà strada fra il capoluogo nisseno e Piazza Armerina. (una terra che, fin dal periodo fenicio, è stata il granaio del mediterraneo e poi in periodo romano “il granaio della città eterna”).
A sostenerlo è Giuseppe Ferreri,un ex professore delle superiori in pensione, che a Mazzarino è nato,ha lavorato e abita da sempre. E che dopo anni di studi e ricerchedinastiche ha dato alle stampe “Il mistero Mazzarino” (edizioniNova-Graf, 2009), che ricostruisce la storia dell’antica cittadina. Ese per quanto riguarda il cardinale del Re Sole, il legame conl’omonima cittadina può sembrare giustificato e intuitivo (benchéfinora pressoché ignoto), in tutti gli altri casi di aristocratici citati si tratterebbe di autentiche scoperte.Tutte le tesi sostenute nel volume poggiano su un documento del 1647contenuto all’interno del “Teatro genealogico delle Famiglie del Regno di Sicilia” di Filadelfo Mugnos, che proverebbe la discendenza ditutti i blasonati menzionati da un unico capostipite di stirpesiculo-normanna, Giovanni Mongialino, che attorno al 1250, riacquistò i propripossedimenti e il titolo di conte di Mazzarino, perduti in epoca precedentedai propri genitori siculo normanni, durante il breve ma rovinoso periodo di
governo del famigerato Imperatore Enrico VI di Svevia (padre del grandeFederico II “Stupor Mindi”). Egli per ringraziare la patrona della città Maria SS. del Mazzaro per aver avuto concessa la “grazia” di riappropriarsi dei propri averi e del prezioso titolo nobiliare di “Conte di Mazzarino”, decise di cambiare il suo cognome da Mongialino a Mazzarino. Da questo nobile personaggio del medioevo siciliano, ebbe origine la dinastia cheancora oggi, rappresenta i blasoni più importanti d’Europa.
Il “primo” Mazzarino pagò tuttavia con la vita la sua fedeltà alla Francia durante la rivolta
dei Vespri siciliani. Dando origine, afferma Ferreri, al verbo “mazzerare” chetrae significato proprio dall’orrendo supplizio cui fu sottoposto:annegare chiusi in un sacco e legati a una pietra perché rimanga sulfondo. Dal conte Giovanni, a distanza di otto generazioni, secondol’autore, sarebbe poi nato il celebre primo ministro di Luigi XIV. “Leprove convergono sulla sua origine nissena da più parti – afferma Ferreri al VELINO –. Quando fece restaurare a sue spese la chiesa deisanti Vincenzo e Anastasio davanti alla Fontana di Trevi, per esempio,il cardinale adottò come proprio lo stemma della città, ovvero unfascio littorio con tre stelle su banda azzurra. Se ne deduce cheevidentemente doveva conoscere bene l’origine della sua famiglia”.Gli storici francesi, in effetti, pur avendo affrontato l’aspettopolitico-diplomatico della figura di Mazzarino, sono stati semprepiuttosto vaghi sulla storia della sua famiglia, anche per mancanza didocumentazione. Una lacuna tale che solo in tempi recenti si èriusciti a confutare la tesi sulle sue presunte umili origini,credenza diffusa dai nemici del cardinale nei loro velenosi pamphletsche raggiunsero l’apice durante la Fronda, le famose mazarinades,nelle quali il padre Pietro era stato definito perfino definito gredino faquin de Sicile. Ma le rivelazioni non si fermano qui, perchéFerreri afferma di aver anche scoperto che la nonna di Mazzarinorappresenta il ramo di un complesso albero genealogico che nel tempoha generato anche il re Filippo di Spagna principe dell’Asturie e laprincipessa Isabella d'Orléans-Braganza.Il titolo nobiliare, invece, in seguito divenuto “duca”, da OrtensiaMancini, nipote di Mazzarino e amore giovanile di Luigi XIV, sitrasmise di generazione in generazione finché nel 1777, in seguito almatrimonio fra Onorato IV e Louise d'Aumont, approdò in Costa Azzurraa favore dei principi monegaschi, che da allora hanno acquisito iltitolo. “E difatti ‘salone Mazzarino’ è il nome dell’astanteria nel palazzo reale di Monaco”, commenta Ferreri. Un lavoro, in definitiva,che sembra fare luce su alcune effettive lacune storiografiche, ma dacui non pare esente anche una marcata finalità turistica. Come risultadalle parole che chiudono il libro: “La meravigliosa scoperta che levere origini nobiliari della famiglia dei Mazzarino si trovano inquesta piccola cittadina siciliana forse aprirà un avvenire nuovo aigiovani e a tutti coloro che sono nati e vivono in questo luogo,perché potranno affermare di essere gli unici depositari, di unatradizione storica che ha espresso personalità, di così alto carisma eprestigio politico-culturale. Forse il Principe Alberto II di Monaco,madame la contessa di Parigi, principessa Isabella d'Orléans-Bragancee Filippo di Spagna principe delle Asturie, sceglieranno di visitarequesta terra generosa che è stata la culla dei loro avi”.
(fan) 27 feb2009 19:14






(fan) 27 feb 2009 19:14

domenica 22 febbraio 2009

sabato 14 febbraio 2009

articolo di Walter Guttadauria su "la Sicilia" del 8.2.009.

CULTURA &SOCIETÀ
DOMENICA 8 FEBBRAIO 2009 LA SICILIA

Sono a Mazzarino le «radici» di alcuni blasonati d’Europa

In un libro di Giuseppe Ferreri
si dimostra che oltre all’omonimo
e potente cardinale del XVII secolo,
anche il principe Alberto di Monaco
avrebbe legami col nostro comune
WALTER GUTTADAURIA


Un personaggio dell’antichità, il cardinale Mazzarino protagonista nella Francia di Richelieu del XVII secolo, ma anche uno dell’attualità, il principe Alberto di Monaco che tra i suoi titoli ha anche quello di Duca di Mazzarino, e ancora altri illustri blasonati d’Europa, hanno un legame con il nostro omonimo comune. Finalmente ci sono le prove, venute fuori da un lungo e paziente lavoro di ricerca recentemente riportato nel volume «Il mistero Mazzarino» (edizioni Nova-Graf) di cui è autore il mazzarinese Giuseppe Ferreri. E tutto è partito da un altro illustre personaggio, il già presidente francese François Mitterand che, per avere chiamato la propria figlia Mazarine, un motivo ce lo doveva avere: e Ferreri lo avrebbe individuato.
«A seguito di diversi confronti, contributi e riflessioni - afferma infatti l’autore - scaturisce la constatazione che François Mitterand fu, probabilmente, un acuto studioso, un attento imitatore e un moderno interprete del pensiero e della politica del potente cardinale Mazzarino, l’illustre italiano che governò la nazione francese dal 1640 al 9 marzo del 1661. La lungimiranza strategica delle azioni politiche e il culto della grandeur voluta, patrocinata e attuata da Mitterand, probabilmente hanno avuto origine dal suo attento studio degli insegnamenti politici, lasciati dal Mazzarino alle classi dirigenti e ai governanti della moderna Europa. Tutti i documenti consultati hanno confermato che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana. A questo punto, è stata avvertita l’esigenza di capire
come l’origine degli avi del cardinale si potesse collegare all’esistenza in Sicilia della città di Mazzarino».
«Durante questo studio – prosegue Ferreri - sono state individuate e raccolte le prove utili a dimostrare che la famiglia Mazzarino ebbe sicura origine, negli anni intorno al 1250, nell’omonima città siciliana.
Per presentare minuziosamente i risultati della ricerca, si è dovuto ripercorrere l’excursus historicus, che ha determinato la nascita dell’antichissima città di Mazzarino, soffermarsi sulle vicissitudini politiche, vissute da alcuni personaggi della storia della Sicilia e inquadrare le loro personalità nelle giuste coordinate del tempo e dello spazio; soprattutto è stata evidenziata l’eclettica personalità del personaggio chiave della città, l’illustre capostipite di una nobile discendenza siculo-normanna, il Conte Giovanni Mazzarino. Questi fu un uomo straordinario, una fulgida figura di combattente per la libertà, un eroe del Vespro Siciliano, rimasto, fino ad oggi, sconosciuto e che con questo lavoro viene scoperto, rivalutato».
Per rintracciare la figura del conte Giovanni - a cui si dovrebbe, tra l’altro, lo stemma comunale - l’autore ha studiato con meticolosità la storia del Vespro Siciliano. Giovanni Mazzarino fu uomo di eccellenti virtù, dotato di finissimo intuito politico e di quello straordinario coraggio siciliano che gli permise di sfidare i potenti del tempo: è lui, dunque, il capostipite della nobile famiglia siciliana dei Mazzarino che, circa tre secoli dopo, avrebbe dato i natali proprio al cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, con una complessa articolazione genealogica che si sarebbe più tardi collegata ad alcuni dei contemporanei blasonati europei, tra cui, come detto, il principe Alberto di Monaco (che ha ereditato l’antico titolo di Duca), ma non soltanto. Infatti, da una nonna del cardinale Mazzarino, Margherita De Franchis Passavera, si sono originati rami geneaologici che hanno portato anche alla contessa di Parigi, principessa Isabella d’Orléans-Bragance, e a sua altezza Filippo di Spagna, Principe delle Asturie.
Il nome Mazzarino, dunque, rimane dietro tutti questi secoli di storia e dietro tanti illustri personaggi, tra vicende e interrogativi più o meno curiosi: per esempio, nelle conclusioni del libro, si legge:
«Il luminoso e maestoso castello di Mazzarino e quello spettrale di Grassuliatu, appartengono al Municipio della città, allo Stato Italiano o a sua altezza il Principe Alberto II di Monaco, attuale detentore del titolo di Duca di Mazzarino? Probabilmente, nuove e più approfondite ricerche, svolte da esperti del settore, daranno una chiara risposta a questo struggente interrogativo».
C’è da ricordare, tra tutto questo, che il cognome "Mazzarino" è nato negli anni intorno al 1250, per sciogliere un voto di devozione alla miracolosa icona di Maria SS. del Mazzaro che aveva esaudito la "grazia" al Conte Giovanni, di ritornare a vivere nel castello e nei feudi dei suoi avi, che ne erano stati estromessi dal feroce imperatore Enrico VI di Svevia.
Tornando al famoso cardinale, al suo stile politico, e ad altre curiosità "franco-mazzarinesi", ecco ancora Ferreri: «Questo lavoro farà riflettere molti studiosi, perché fornirà una nuova chiave di lettura della grande storia francese ed europea del Seicento.
Consentirà, altresì, agli appassionati di scoprire che le raffinate doti diplomatiche e l’accorto pragmatismo mazzariniano hanno avuto la loro culla fra i campi di grano delle argillose contrade di quest’antica terra di Sicilia, sono cresciute sulle scrivanie barocche dei palazzi governativi di Palermo, Roma e Parigi. Probabilmente si sono consolidate fra le coltri di seta delle auguste camere da letto della corte francese, anch’esse immancabilmente fornite della "muschittera", quel singolare baldacchino di tela che sovrastava le riservate alcove dei talami regali e che impediva l’intrusione di mosche e insetti negli ambienti più intimi, nei quali i nobili celebravano i loro frequenti riti d’amore. Detto baldacchino in Sicilia prese il nome di "a mazzarina", probabilmente lo stesso avvenne anche in Francia».
Il libro si conclude con un auspicio, e cioè che la scoperta che le vere origini nobiliari della famiglia dei Mazzarino si trovano in questa piccola cittadina siciliana, possa dischiudere «un avvenire nuovo, culturale e turistico ai giovani e a tutti coloro che sono nati e vivono in questo luogo, perché potranno affermare di essere i depositari di una tradizione storica che ha espresso personalità di così alto carisma e prestigio politico-culturale».

lunedì 2 febbraio 2009

Tra il cardinale e la città ci sarebbe un legame.

Da Settegiorni Concetta Santagati scrive
Piazza Armerina 25.01.2009


TRA IL CARDINALE E LA CITTÀ CI SAREBBE UN LEGAME.

La letteratura e le fonti storiche di Mazzarino si arricchiscono di nuovi spunti bibliografici offerti
dal libro del prof. Giuseppe Ferreri dal titolo “Il Mistero Mazzarino”. L’opera è il risultato di un
lavoro d’interpretazione e ricostruzione di fatti e personaggi storici drato ben cinque anni, che oltrepassano i confini della città di Mazzarino.
Alla cerimonia di presentazione, lo scorso 5 gennaio nella Chiesa di Sant’Ignazio, erano presenti il sindaco Giovanni Virnuccio, il prof. Serafino Gueli, don Carmelo Bilardo, il prof. Sebastiano Lorenzo Distefano, la prof.ssa Ida Rampolla del Tindaro e L’avvocato Emanuele Bruno.
Quali motivazioni sottendono alla stesura del libro? L’autore, convinto dell’esistenza di un possibile legame tra la città di Mazzarino e il Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, grande uomo politico che operò nella Francia del ‘600, si è imbattuto nella ricerca di prove a ciò favorevoli. Il collegamento con la città sarebbe scaturito dallo studio dello stemma araldico del Comune, i cui simboli (fascio littorio simbolo della laicità, banda con tre stelle simbolo della religiosità, corona ducale) avrebbero contraddistinto il casato dei Mazzarino. Fu il capostipite della famiglia da cui discende il cardinale, il conte Giovanni Mazzarino (figura che il Ferreri descrive “martire sconosciuto della libertà siciliana” negli anni della rivoluzione del Vespro
contro gli angioini) ad utilizzarlo nella sua unità. Lo stesso cardinale avrebbe riprodotto lo stemma in molte in molte sue opere ed edifici come il frontone della chiesa San Vincenzo in piazza Trevi a Roma, o a Parigi nel palazzo delle Quattro Nazioni dove è situata la biblioteca Mazarina.
Il libro riporta, inoltre, fatti che confermano la fortissima devozione dei vari personaggi e del popolo mazzarinese a Maria Ss. del Mazzaro. Per consentire ai mazzarinesi di celebreare il ritrovamento dell’icona bizantina della Madonna del Mazzaro (raffigurata insieme alle due sante siciliane Agata e Lucia). Il conte Enrico di Lombardia fece costruire ai piedi del castello “U Cannuni” una chiesa che poi divenne il primo sito dei carmelitani, in cui operò, nel periodo in cui era ospite a Mazzarino, sant’Alberto da Trapani (primo santo dell’ordine carmelitano) il quale attingeva da una fonte vicina al castello l’acqua miracolosa con cui compiva delle guarigioni.
Altra ipotesi avanzata dal Ferreri si riferisce all’origine della città di Gela: la sua fondazione non sarebbe di origine greca ma risalirebbe all’antico popolo dei fenici che, al fine di commercializzare i cereali prodotti, costruirono una base commerciale proprio sul fiume Gela, sulla foce situata nel mare mediterraneo, scelta in alternativa a quella già presente nella zona di Catania, difficile da raggiungere. Siamo di fronte a delle vere e proprie scoperte? Se cosi fosse, come gli studiosi avranno modo d’approfondire, la storia della città di Mazzarino, il suo ruolo politico e religioso, si arricchirebbe di nuovi e interessanti eventi che è possibile raccontare alle nuove generazioni. Un’opera che sicuramente apre riflessioni e commenti a studiosi e amanti della storia della Sicilia e non solo.

Concetta Santagati.

giovedì 29 gennaio 2009

http://www.corrieredigela.it/leggi.asp?idn=CDG172921&idc=3CORRIERE DI GELA

notizia del 25/01/2009 messa in

rete alle 17.31.20


NEL LIBRO DI FERRERI FASCINO E PRESTIGIO ALLA NASCITA DI GELA.

Alla domanda “chi siamo?” La risposta arriva sempre da ciò che siamo stati nel passato. Questo principio è valido in ogni luogo e per ogni popolo. Perché i gelesi possiedono una capacità così innata per gli scambi commerciali con i siti portuali del basso Mediterraneo, compreso Malta? Il professor Giuseppe Ferreri (nella foto) ha risposto a questo interrogativo quando, andando alla ricerca della nascita dell’antichissima città di Mazzarino è venuto a conoscenza di scritti e documenti che contengono interessanti notizie che ruotano attorno la città di Gela, le sue origini, i suoi abitanti e il loro carattere. Si tratta di ipotesi che gli studiosi in futuro potranno maggiormente confermare. L’autore mazzarinese Ferreri ha dedicato proprio a queste scoperte il primo capitolo del suo libro edito NovaGraf “Il Mistero Mazzarino”. Secondo l’ipotesi avanzata dal Ferreri i primi insediamenti umani nella collina gelese furono quelli degli antichi commercianti Fenici, da tempo insediati nella vicina e antichissima Mactar. Quindi Gela avrebbe origini più antiche di quanto si conosca. Siamo intorno all’VIII secolo A.C. quando i Fenici, lasciando le terre del catanese, trovano in Ma-ctar (l’antica città sicana-siculo situata a pochi chilometri dal mare sull’altura del monte Bubbonia che sorge fra le valli del fiume Gela ad ovest e del suo affluente Cimia ad est) adeguate condizioni di abitabilità e sviluppo. Al fine di commercializzare i cereali prodotti dalla terra, i nuovi padroni, i Fenici, costruirono una base operativa proprio sul fiume Gela, sulla foce situata nel Mar Mediterraneo, scelta in alternativa rispetto a quella già presente nella zona di Catania, difficile da raggiungere. Se tutto ciò corrisponde a verità siamo di fronte a scoperte che aggiungono fascino e prestigio alla nascita di Gela, alle origini delle sue vocazioni commerciali e relazionale, alle origini di uno stile di vita centrato su obiettivi nuovi di autonomia economica, bisogno di civiltà e di progresso.Dagli studi del Ferreri è possibile rilevare, inoltre, un ulteriore, quanto interessante aspetto che rimanda alle origini dei “rapporti” tra l’antica Mazzarino e l’antica Gela. Mazzarino (antica Ma-ctar) ha accolto nel 627 a.c, i coloni poveri gelesi espulsi dalla loro patria perché accusati di sedizione. In seguito, Gela, distrutta durante il conflitto con i cartaginesi, fu ricostruita nella zona di Sufiana (attuale territorio di Mazzarino). Per questo motivo il nuovo sito fu denominato successivamente dai Romani Gelasium-Philosophiana. In epoche successive il gelese Antifemo per creare una città protetta dal nemico che offrisse un sicuro rifugio alla popolazione, favorì l’emigrazione di nuovi gruppi suoi conterranei nel sito di Bubbonia il quale fu ingrandito e abbellito da nuove abitazioni civili e templi, e fu realizzato un possente muro di fortificazione paragonabile alle mura di Caposoprano. Tutti racconti che esprimono gli antichi sentimenti di accoglienza e di convivenza che i nostri avi ci hanno trasmesso e che spetta a noi mantenere e promuovere. L’opera del Ferreri, facile nella lettura, è un tesoro di misteri e aneddoti, che vale la pena di conoscere. Mazzarino e tutto il territorio siciliano grazie al suo contributo si scopre essere culla degli avi di personaggi importanti nella scena politica europea come il Cardinale Raimondo Giulio Mazzarino e il Principe Alberto II di Monaco. All’autore Giuseppe Ferreri va, inoltre, il merito di essere riuscito ad interpretare fatti complessi riproducendoli con parole semplici. D’altronde solo adoperando un linguaggio comprensibile era possibile costruire “Il mistero mazzarino”. Autore : Concetta Santagati

giovedì 22 gennaio 2009

PAOLO BOGNANNI SU RADIO ONDA DUE: "IL MISTERO MAZZARINO" SVELA LE VERE ORIGINI DI GELA


Il 13 gennaio sul sito di Radio Onda Due Paolo Bognanni ha pubblicato un articolo che illustra alcuni aspetti dell'opera di Giuseppe Ferreri: 
Le origini di Gela sono fenicie o greche? “Fenicie” afferma il professore Giuseppe Ferreri nel suo libro “Il Mistero Mazzarino”, edito della NovaGraf, e presentato recentemente con successo al pubblico ed alla stampa. Ipotesi che, secondo Ferreri, trova conferma nel fatto  che una delle prime basi che i fenici avrebbero fondato, all’interno della Sicilia, per la commercializzazione del frumento, sia stata proprio l’antichissima città di Mactar (attuale monte Bubbonia di Mazzarino). In questo interessantissimo sito, gli autoctoni Sicani e successivamente i Siculi avevano avviato e reso florida la coltivazione di frumento, da loro utilizzata per soli scopi alimentari. L’autore ipotizza che  un gruppo di Fenici, s’impiantarono nel sito, diedero il nome di Mactar alla città, fecero sviluppare ancora di più, la produzione frumentaria e avviarono la commercializzazione di questo prezioso prodotto con la propria terra d’origine.
Dopo un lungo periodo, durante il quale questi intrepidi commercianti, trasportavano “il grano” nell’approdo di Catania per piazzarlo nei fiorenti mercati della madrepatria, si accorsero che, sfruttando la facile navigabilità del fiume Gela, da contrada “Dissueri”, poco distante da “Bubbonia”, fino alla foce del fiume, riuscivano a trasportare con le imbarcazioni costruite in loco,  alcuni quantitativi di frumento e masserizie.

Per facilitare l’attività di commercializzazione del grano con la madrepatria, con molta probabilità gli antichi fenici di Mactar, costruirono una base commerciale alla foce del fiume Gela, probabilmente nei pressi dell’attuale “Bosco littorio”, che con il tempo e con la venuta dei colonizzatori greci, fu ingrandita e divenne il nucleo originario di una delle più potenti città-stato della Magna Grecia.

Con molta probabilità il nome della città di Gela, fu originato dalla bassa temperatura delle acque (acqua gelata) che scorrono nell’omonimo fiume, le cui  origini erano nelle sorgenti fredde dei monti Erei.

Si può perciò concludere che così la base commerciale  fenicia, alla foce del fiume Gela, fu la prima forma di insediamento abitativo dell’attuale Gela. Ipotesi, quella di Ferreri, che andrebbe a contrastare le origini greche della città di Gela di cui molti storici da tempo parlano. ”La prova che i fenici abitarono l’antica Mactar, attuale Mazzarino, - afferma Ferreri, è data dal fatto che molte del città siciliane che iniziano con la “MA” sono di origine fenicia, come Mactar, Marsala, Mazzara. Questo acuto ricercatore storico della nostra città, quale si è rivelato il nostro prof. Ferreri, lancia un appello agli studiosi, affinchè questa intuizione storica, relativa alle origini fenici della città Gela venga approfondita e dibattuta”.

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mercoledì 14 gennaio 2009

lunedì 12 gennaio 2009

ANGELO STUPPIA ANNUNCIA SU "LA SICILIA" LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME DEL PROF. GIUSEPP FERRERI


ALLA SCOPERTA DELLE RADICI 
                                La presentazione di un libro è sempre un grande evento culturale e la manifestazione, organizzata dall’amministrazione comunale per le ore 17,30 di lunedi prossimo (5 gennaio n.d.r.) nella chiesa di Sant’Ignazio per presentare l’opera letteraria "I misteri di Mazzarino" del prof. Giuseppe Ferreri, che a conclusione di un eccezionale lavoro di ricerca durato oltre cinque anni, consentirà alla comunità di scoprire le antiche radici storiche e culturali della "vetustum ed nobile oppidum" di Mazzarino e di far luce sulle figure di importanti famiglie vissute nelle varie epoche a Mazzarino, che hanno "determinato l’evoluzione positiva della nostra terra e quella di altre città limitrofe (Piazza Armerina, Gela, Butera, Caltagirone) della Sicilia, di Roma e della Francia». All’evento interverranno il sindaco Giovanni Virnuccio, il dirigente scolastico Serafino Gueli, il parroco della basilica "Maria Santissima del Mazzaro" don Carmelo Bilardo, il presidente Amopa sezione italiana Ida Rampolla di Tindaro, il presidente nazionale dell’Anta, Lorenzo Sebastiano Di Stefano, il console onorario per la Sicilia del Principato di Monaco Emanuele Lupo e l’autore Giuseppe Ferreri. «Questo lavoro di ricerca - scrive Ferreri nella premessa - è scaturito da un articolo pubblicato dal quotidiano "La Sicilia" di Catania, con il quale era presentato ai lettori il libro "Bouche Cousue" di Mazarine Pingeot Mitterand", che per tanti anni, tenne a "vucca cusuta" del suo stato di figlia naturale, per non pregiudicare l’immagine pubblica del padre Francois Mitterand, presidente della Repubblica Francese. Lo strano fatto - continua Ferreri - che un personaggio di così elevata caratura culturale e politica abbia imposto alla propria figlia il raro nome di "Mazarine" e che questo corrisponde esattamente a quello dell’omonima città siciliana, ha suscitato in me una curiosità tale da sollecitare l’avvio di una serie di indagini e di approfondite ricerche finalizzate a scoprire la relazione che poteva intercorrere tra il nome della giovane Mazarine a quello di un’antica città dell’entroterra siciliano». Per Ferreri, infatti, la relazione scaturisce dalla constatazione che Francois Mitterand sarebbe stato «un acuto studioso, un attento imitatore e un moderno interprete del pensiero e della politica» del cardinale Giulio Raimondo Mazzarino (1602-1661), che governò la nazione francese dal 1640 al 9 marzo 1661, le cui radici, da documenti consultati, hanno confermato «che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana » e che la famiglia Mazzarino «ebbe sicura origine negli anni intorno al 1250 nell’omonima città siciliana», con Giovanni Mongialino (1287), eroe del Vespro Siciliano, diretto discendente del conte Enrico di Lombardia, il quale, dopo essere stato espulso da Mazzarino con la sua famiglia, per "grazia" concessa da Maria Santissima del Mazzaro, ritorna in città, si appropria dei propri possedimenti ed adotta il nuovo cognome di "Mazzarino", divenendo capostipite della famiglia. siciliana "dei Mazzarino", che «circa tra secoli dopo diede i natali al cardinale Giulio Raimondo Mazzarino e fino ad arrivare al principe Alberto di Monaco, attuale detentore dell’antico titolo nobiliare di duca di Mazzarino».
ANGELO STUPPIA da "LA SICILIA" del 3 gennaio 2009

sabato 10 gennaio 2009

RADIO ONDA DUE E LA PRESENTAZIONE DELL'OPERA "IL MISTERO MAZZARINO"

Sul sito on line di Radio Onda Due è stato pubblicato un articolo di Paolo Bognanni in cui si anticipava la presentazione dell'opera letteraria "Il mistero Mazzarino" di Giuseppe Ferreri. Eccone un breve estratto:
"Il capostipite Giovanni Mazzarino creò il famoso stemma di Mazzarino (il fascio littorio con scure capovolta e una banda azzurra con tre stelle d’oro) simbolo della unione tra l’autorità laica e quella religiosa. Tale stemma venne sempre utilizzato dal cardinale Mazzarino in tutte le sue manifestazioni religiose, politiche, sociali, culturali e nelle realizzazioni monumentali...".

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