Alberto II di Monaco

Alberto II di Monaco
attuale Duca di Mazzarino

sabato 23 maggio 2009

Un corposo libro di Giuseppe Ferreri ricostruisce
le origini della famiglia del potente cardinale che
da reggente accompagnò l’erede al trono fino alla
maggiore età. Era figlio di Pietro, nobile palermitano
<< UN SICILIANO A PARIGI
SUL TRONO DI RE SOLE>>

IL MISTERO MAZZARINO


Lino Buscemi
“La Repubblica” del 10 Maggio 2009


La politica come diceva il cancelliere Ottone di Bismarck, non è certo una faccenda per educande. Anche perché, quasi sempre, essa si caratterizza per i suoi intrighi e i suoi misteri. Nessun paese del mondo ne è rimasto incontaminato. Figurarsi l’Italia o la Francia che hanno dato i natali rispettivamente, tanto per fare dei nomi, a Machiavelli e a Richelieu.
Un mistero, nel passato mai del tutto chiarito, riguarda proprio un personaggio politico di rilievo e, manco a dirlo, successore
di Richelieu, che governò i francesi nel XVII secolo, da italiano purosangue qual era. Stiamo parlando del cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, primo ministro di Luigi XIII e poi, a causa della minore età di colui che passerà alla storia come il Re Sole (Luigi XIV), reggente del Regno di Francia assieme alla regina madre Anna d’Austria.
Qual è il mistero? Le vere origini di Mazzarino. Era siciliano o no? Il suo stemma cardinalizio è identico a quello che c’è nel gonfalone del comune di Mazzarino?
E’ vero o no che l’attuale Principe Alberto II di Monaco è “Duca di Mazzarino”? A queste domande, sono state date documentate risposte attraverso il corposo libro di Giuseppe Ferreri, dal titolo Il Mistero Mazzarino (edizioni NovaGraph, 360 pagine, 25 euso), frutto di una lunga ed approfondita ricerca storica.
Per la verità una prima volta tentò di farla, molto segreta-
mente, lo stesso cardinale, più per sterilizzare le critiche che gli piovevano addosso (per la presunta bassa estrazione i nemici
arrivarono a definire il suo genitore Pietro “faquin de Sicile”) che per soddisfare una sua personale curiosità genealogica.
Ordinò una ricerca affidata ad esperti, che non approdò a nulla a causa della sua morte.
Sulla figura, il ruolo e la politica di Mazzarino rimandiamo ai testi di storia. Tutti i documenti consultati da Ferreri, hanno «confermato che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana». Andando a ritroso è stato possibile sviscerare l’origine degli avi del prelato e come questi fossero indissolubilmente collegate all’esistenza in Sicilia della città di Mazzarino. Come è noto Giulio Mazzarino nacque nel 1602, nell’italianissima e abruzzese Pescina, da Pietro (nobile palermitano) e da Ortensia Bufalini (nobildonna romana). Visse e studiò a Roma e si laureò nel 1628 a “La Sapienza”. Per il suo ruolo diplomatico svolto per la stipula del trattato di Cherasco,


Il doppio principe
della Chiesa
e della politica
non ha però mai messo
piede nella terra dei suoi genitori



Le attuali conoscenze scientifiche hanno permesso agli studiosi di formulare un’ipotesi, secondo la quale l’area terrestre, situata al
centro del mare Mediterraneo, nella notte dei tempi fu sconvolta da uno spaventoso movimento tellurico, originato dal ciclopico
scontro fra la zolla afro-asiatica e quella del continente europeo.
A seguito del terrificante cataclisma, dai profondi abissi marini emerse una fertile terra, che fu individuata come la più grande
isola del Mediterraneo. In essa la natura si è evoluta con quel rigoglioso dinamismo che ancor oggi si esprime nella stupenda varietà
dei paesaggi, nella ricchezza del sottosuolo, nella frequente attività dei vulcani e, soprattutto, nel carattere sanguigno ed esplosivo degli abitanti. L’attivismo vulcanico etneo, accompagnato da quello più marginale dell’arcipelago eoliano, rappresenta oggi la singolare testimonianza di una terra geologicamente giovane, caratterizzata da quelle titaniche forze della natura che hanno, da sempre, determinato e condizionato lo sviluppo della vita nel territorio. La diffusa e massiccia presenza di giacimenti di sale minerale nelle viscere del sistema montuoso siciliano, coltivato nelle miniere di Realmonte, Petralia e Pasquasia, e i giacimenti di zolfo delle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento offrono la conferma alle ipotesi formulate dalla comunità scientifica, tendenti a dimostrare che l’isola, nei tempi riferibili alle ere geologiche, fu una terra completamente sommersa dalle acque del bacino del mare Mediterraneo.

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