Alberto II di Monaco

Alberto II di Monaco
attuale Duca di Mazzarino

domenica 22 febbraio 2009

sabato 14 febbraio 2009

articolo di Walter Guttadauria su "la Sicilia" del 8.2.009.

CULTURA &SOCIETÀ
DOMENICA 8 FEBBRAIO 2009 LA SICILIA

Sono a Mazzarino le «radici» di alcuni blasonati d’Europa

In un libro di Giuseppe Ferreri
si dimostra che oltre all’omonimo
e potente cardinale del XVII secolo,
anche il principe Alberto di Monaco
avrebbe legami col nostro comune
WALTER GUTTADAURIA


Un personaggio dell’antichità, il cardinale Mazzarino protagonista nella Francia di Richelieu del XVII secolo, ma anche uno dell’attualità, il principe Alberto di Monaco che tra i suoi titoli ha anche quello di Duca di Mazzarino, e ancora altri illustri blasonati d’Europa, hanno un legame con il nostro omonimo comune. Finalmente ci sono le prove, venute fuori da un lungo e paziente lavoro di ricerca recentemente riportato nel volume «Il mistero Mazzarino» (edizioni Nova-Graf) di cui è autore il mazzarinese Giuseppe Ferreri. E tutto è partito da un altro illustre personaggio, il già presidente francese François Mitterand che, per avere chiamato la propria figlia Mazarine, un motivo ce lo doveva avere: e Ferreri lo avrebbe individuato.
«A seguito di diversi confronti, contributi e riflessioni - afferma infatti l’autore - scaturisce la constatazione che François Mitterand fu, probabilmente, un acuto studioso, un attento imitatore e un moderno interprete del pensiero e della politica del potente cardinale Mazzarino, l’illustre italiano che governò la nazione francese dal 1640 al 9 marzo del 1661. La lungimiranza strategica delle azioni politiche e il culto della grandeur voluta, patrocinata e attuata da Mitterand, probabilmente hanno avuto origine dal suo attento studio degli insegnamenti politici, lasciati dal Mazzarino alle classi dirigenti e ai governanti della moderna Europa. Tutti i documenti consultati hanno confermato che il padre del cardinale fu Pietro Mazzarino, un nobile di sicura origine siciliana. A questo punto, è stata avvertita l’esigenza di capire
come l’origine degli avi del cardinale si potesse collegare all’esistenza in Sicilia della città di Mazzarino».
«Durante questo studio – prosegue Ferreri - sono state individuate e raccolte le prove utili a dimostrare che la famiglia Mazzarino ebbe sicura origine, negli anni intorno al 1250, nell’omonima città siciliana.
Per presentare minuziosamente i risultati della ricerca, si è dovuto ripercorrere l’excursus historicus, che ha determinato la nascita dell’antichissima città di Mazzarino, soffermarsi sulle vicissitudini politiche, vissute da alcuni personaggi della storia della Sicilia e inquadrare le loro personalità nelle giuste coordinate del tempo e dello spazio; soprattutto è stata evidenziata l’eclettica personalità del personaggio chiave della città, l’illustre capostipite di una nobile discendenza siculo-normanna, il Conte Giovanni Mazzarino. Questi fu un uomo straordinario, una fulgida figura di combattente per la libertà, un eroe del Vespro Siciliano, rimasto, fino ad oggi, sconosciuto e che con questo lavoro viene scoperto, rivalutato».
Per rintracciare la figura del conte Giovanni - a cui si dovrebbe, tra l’altro, lo stemma comunale - l’autore ha studiato con meticolosità la storia del Vespro Siciliano. Giovanni Mazzarino fu uomo di eccellenti virtù, dotato di finissimo intuito politico e di quello straordinario coraggio siciliano che gli permise di sfidare i potenti del tempo: è lui, dunque, il capostipite della nobile famiglia siciliana dei Mazzarino che, circa tre secoli dopo, avrebbe dato i natali proprio al cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, con una complessa articolazione genealogica che si sarebbe più tardi collegata ad alcuni dei contemporanei blasonati europei, tra cui, come detto, il principe Alberto di Monaco (che ha ereditato l’antico titolo di Duca), ma non soltanto. Infatti, da una nonna del cardinale Mazzarino, Margherita De Franchis Passavera, si sono originati rami geneaologici che hanno portato anche alla contessa di Parigi, principessa Isabella d’Orléans-Bragance, e a sua altezza Filippo di Spagna, Principe delle Asturie.
Il nome Mazzarino, dunque, rimane dietro tutti questi secoli di storia e dietro tanti illustri personaggi, tra vicende e interrogativi più o meno curiosi: per esempio, nelle conclusioni del libro, si legge:
«Il luminoso e maestoso castello di Mazzarino e quello spettrale di Grassuliatu, appartengono al Municipio della città, allo Stato Italiano o a sua altezza il Principe Alberto II di Monaco, attuale detentore del titolo di Duca di Mazzarino? Probabilmente, nuove e più approfondite ricerche, svolte da esperti del settore, daranno una chiara risposta a questo struggente interrogativo».
C’è da ricordare, tra tutto questo, che il cognome "Mazzarino" è nato negli anni intorno al 1250, per sciogliere un voto di devozione alla miracolosa icona di Maria SS. del Mazzaro che aveva esaudito la "grazia" al Conte Giovanni, di ritornare a vivere nel castello e nei feudi dei suoi avi, che ne erano stati estromessi dal feroce imperatore Enrico VI di Svevia.
Tornando al famoso cardinale, al suo stile politico, e ad altre curiosità "franco-mazzarinesi", ecco ancora Ferreri: «Questo lavoro farà riflettere molti studiosi, perché fornirà una nuova chiave di lettura della grande storia francese ed europea del Seicento.
Consentirà, altresì, agli appassionati di scoprire che le raffinate doti diplomatiche e l’accorto pragmatismo mazzariniano hanno avuto la loro culla fra i campi di grano delle argillose contrade di quest’antica terra di Sicilia, sono cresciute sulle scrivanie barocche dei palazzi governativi di Palermo, Roma e Parigi. Probabilmente si sono consolidate fra le coltri di seta delle auguste camere da letto della corte francese, anch’esse immancabilmente fornite della "muschittera", quel singolare baldacchino di tela che sovrastava le riservate alcove dei talami regali e che impediva l’intrusione di mosche e insetti negli ambienti più intimi, nei quali i nobili celebravano i loro frequenti riti d’amore. Detto baldacchino in Sicilia prese il nome di "a mazzarina", probabilmente lo stesso avvenne anche in Francia».
Il libro si conclude con un auspicio, e cioè che la scoperta che le vere origini nobiliari della famiglia dei Mazzarino si trovano in questa piccola cittadina siciliana, possa dischiudere «un avvenire nuovo, culturale e turistico ai giovani e a tutti coloro che sono nati e vivono in questo luogo, perché potranno affermare di essere i depositari di una tradizione storica che ha espresso personalità di così alto carisma e prestigio politico-culturale».

lunedì 2 febbraio 2009

Tra il cardinale e la città ci sarebbe un legame.

Da Settegiorni Concetta Santagati scrive
Piazza Armerina 25.01.2009


TRA IL CARDINALE E LA CITTÀ CI SAREBBE UN LEGAME.

La letteratura e le fonti storiche di Mazzarino si arricchiscono di nuovi spunti bibliografici offerti
dal libro del prof. Giuseppe Ferreri dal titolo “Il Mistero Mazzarino”. L’opera è il risultato di un
lavoro d’interpretazione e ricostruzione di fatti e personaggi storici drato ben cinque anni, che oltrepassano i confini della città di Mazzarino.
Alla cerimonia di presentazione, lo scorso 5 gennaio nella Chiesa di Sant’Ignazio, erano presenti il sindaco Giovanni Virnuccio, il prof. Serafino Gueli, don Carmelo Bilardo, il prof. Sebastiano Lorenzo Distefano, la prof.ssa Ida Rampolla del Tindaro e L’avvocato Emanuele Bruno.
Quali motivazioni sottendono alla stesura del libro? L’autore, convinto dell’esistenza di un possibile legame tra la città di Mazzarino e il Cardinale Giulio Raimondo Mazzarino, grande uomo politico che operò nella Francia del ‘600, si è imbattuto nella ricerca di prove a ciò favorevoli. Il collegamento con la città sarebbe scaturito dallo studio dello stemma araldico del Comune, i cui simboli (fascio littorio simbolo della laicità, banda con tre stelle simbolo della religiosità, corona ducale) avrebbero contraddistinto il casato dei Mazzarino. Fu il capostipite della famiglia da cui discende il cardinale, il conte Giovanni Mazzarino (figura che il Ferreri descrive “martire sconosciuto della libertà siciliana” negli anni della rivoluzione del Vespro
contro gli angioini) ad utilizzarlo nella sua unità. Lo stesso cardinale avrebbe riprodotto lo stemma in molte in molte sue opere ed edifici come il frontone della chiesa San Vincenzo in piazza Trevi a Roma, o a Parigi nel palazzo delle Quattro Nazioni dove è situata la biblioteca Mazarina.
Il libro riporta, inoltre, fatti che confermano la fortissima devozione dei vari personaggi e del popolo mazzarinese a Maria Ss. del Mazzaro. Per consentire ai mazzarinesi di celebreare il ritrovamento dell’icona bizantina della Madonna del Mazzaro (raffigurata insieme alle due sante siciliane Agata e Lucia). Il conte Enrico di Lombardia fece costruire ai piedi del castello “U Cannuni” una chiesa che poi divenne il primo sito dei carmelitani, in cui operò, nel periodo in cui era ospite a Mazzarino, sant’Alberto da Trapani (primo santo dell’ordine carmelitano) il quale attingeva da una fonte vicina al castello l’acqua miracolosa con cui compiva delle guarigioni.
Altra ipotesi avanzata dal Ferreri si riferisce all’origine della città di Gela: la sua fondazione non sarebbe di origine greca ma risalirebbe all’antico popolo dei fenici che, al fine di commercializzare i cereali prodotti, costruirono una base commerciale proprio sul fiume Gela, sulla foce situata nel mare mediterraneo, scelta in alternativa a quella già presente nella zona di Catania, difficile da raggiungere. Siamo di fronte a delle vere e proprie scoperte? Se cosi fosse, come gli studiosi avranno modo d’approfondire, la storia della città di Mazzarino, il suo ruolo politico e religioso, si arricchirebbe di nuovi e interessanti eventi che è possibile raccontare alle nuove generazioni. Un’opera che sicuramente apre riflessioni e commenti a studiosi e amanti della storia della Sicilia e non solo.

Concetta Santagati.